Giovedì 16 gennaio 2025 – Fonteno è un piccolo paese posto a picco sul lago d’Iseo: ha una vista meravigliosa sul lago e sulle cime dell’opposta sponda. E’ circondato da boschi e ripidi prati e soprattutto ha una ampia valle percorsa da una strada carrareccia che sale con pendenza costante, non troppo ripida, fino a raggiungere Colle di Caf e malga Torrezzo, posta a nord del più ampio altipiano che costituiscono i Colli di San Fermo.

Noi siamo transitati in questa meraviglia della natura e dell’ingegno antico degli uomini, nel primo pomeriggio, in discesa, con la calma che ci ha permesso di ben osservare tanti dettagli.

Si legge che in tutto il territorio di Fonteno ci sono 365 costruzioni rurali ed è una cifra credibile: ne abbiamo visto tantissime, molte ristrutturate, molte lasciate rustiche, pochi ruderi. Sono tuttavia pochissime le fattorie o stalle ancora in uso; possiamo solo immaginare come poteva essere popolosa la zona nei secoli scorsi quando le famiglie vivevano di questa economia contadina, coltivando i prati ed allevando il bestiame che con questi potevano nutrirsi.

Per il percorso in salita siamo invece partiti dal centro di Fonteno per salire direttamente al Monte Boario; anche qui una ripida carrareccia prima ci  fa superare alcune case civili fino a quando ci porta fuori paese e poi ci porta in alto facendoci costeggiare cascine e prati, boschi e roccoli: tutto con vista lago  molto romantica.

La Croce, indicata come meta sul sentiero verso la cima, non l’abbiamo trovata: c’era però un basamento in cemento armato, di nuova fattura, che fa presupporre che presto sarà posta in opera una nuova Croce.

Proseguendo il cammino in senso antiorario, verso per il Monte Sicolo e Malga Torrezzo, abbiamo trovato diverse segnalazioni relative alla guerra partigiana che è stata sanguinosamente combattuta in questi luoghi,  nel 1944, fino a raggiungere il Monumento al Partigiano costruito ad eterno ricordo.

Nel corso della discesa lungo la Valle di Fonteno, invece, abbiamo trovato diversi cartelli e segnalazioni relativi al notissimo complesso speleologico di Bueno Fonteno.

La vita vegetale, in questo periodo, è naturalmente a riposo tranne gli innumerevoli, candidi e resistenti  Ellebori che abbiamo trovato disseminati nei boschi e lungo i bordi delle strade.

Quale territorio  antropizzato da diversi secoli, non potevano mancare tribuline e santelle, fino alla piccola  e ben custodita chiesa che chiamano Santello, intitolato a Santa Maria Addolorata, che troviamo a pochi minuti, ormai, dalla fine della escursione.

La giornata è stata abbastanza soleggiata con sensibile velatura nelle ore centrali, il ché ci ha fatto soffrire non poco il freddo, soprattutto nel breve tempo di sosta per mangiare qualcosa; non abbiamo potuto fermarci di più perché solo camminando la temperatura era accettabile, quasi gradevole ma con la giacca a vento ed i guanti.

Rosanna
G.S. Abele Marinelli

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