Escursionismo giovanile e scolastico
Vengono organizzati tutti gli anni Corsi di Escursionismo destinati a ragazzi ed agli adulti. Comprendono serate protese all’educazione ambientale, sull’attrezzatura ed abbigliamento da utilizzare nelle escursioni, sulla meteorologia,brevi cenni di primo soccorso e quant’altro può servire per un’escursione senza imprevisti. Vengono organizzate escursioni nelle quali si mette in pratica quanto imparato in aula.
ESCURSIONISMO GIOVANILE E SCOLASTICO
Tra gli obiettivi istituzionali delle F.I.E. vi è “la promozione per il corretto incontro dei giovani con l’ambiente naturale, sviluppandone le capacità di conoscenza, interpretazione e rispetto” ed ancora:
“il sostegno alla protezione per lo sviluppo delle tradizioni rurali e montane, per la salvaguardia delle culture locali. La conservazione dell’Ambiente e dell’integrità delle riserve naturali al fine di consegnarle alle generazioni future”.
Il Regolamento riporta all’art. 2/4: “l’A.E.N. deve avere propensione alle relazioni umane con capacità comunicative e didattico educative.” All’art. 5/2: “fare opera di propaganda e promozione della validità del benessere psico-fisico dell’escursionismo, in particolare far conoscere nel settore scolastico e giovanile la funzione educativa e formativa della frequentazione della montagna, quella sportiva e balsamica di camminare e respirare all’aria aperta nei boschi e nei declivi soleggiati ed inoltre introdurre alla scoperta, conoscenza e tutela dell’ambiente naturale”.
L’art. 6/1 recita: “Oltre alle escursioni nel programma di ogni Associazione F.I.E., a cui gli A.E.N. iscritti sono ovviamente preposti per l’accompagnamento, i singoli Comitati Regionali e gli organi periferici presentano periodicamente delle proposte di accompagnamento e didattica escursionistica, che vengono pubblicizzate e vengono rivolte alla collettività- in particolare alle direzioni scolastiche. Gli A.E.N. in tale circostanza prestano il loro servizio, sempre a titolo gratuito e volontariamente, in risposta alle istituzioni che ne facciano richiesta e che potrebbero essere:
– Gruppi scolastici di ogni ordine e grado, nazionali ed esteri-… ecc.”.
L’art. 6/2 prescrive: “Le richieste per le prestazioni degli A.E.N. devono pervenire in tempo utile alle organizzazioni periferiche F.I.E. per iscritto, firmate dal responsabile del Gruppo, Ente od Associazione richiedente. Nelle richieste deve essere specificato: il numero dei partecipanti, la fascia di età del gruppo o la classe di scolaresca, la preparazione dei componenti ed eventuali loro problemi, i nominativi dei capi-gruppo ed altri collaboratori o sostituti”.
In definitiva la F.I.E. regionale o locale propone una scelta di programmi, che possono essere sviluppati in sintonia con il corpo insegnante, per accompagnare le scolaresche del primo e secondo ciclo elementare, e quello delle scuole medie e superiori, alla scoperta del territorio, fornendo cognizioni basilari necessarie per muoversi correttamente ed in sicurezza nei sentieri che attraversano le nostre colline e dorsali montane, visitando siti storici, naturalistici, agrituristici, rurali, ecc. In una prima fase esplicativa possono essere organizzati brevi incontri sia nelle varie classi scolastiche, per una informativa sui percorsi e nozioni di “orientering”, oppure in alcuni parchi urbani, per specificare e verificare l’abbigliamento ed il comportamento nelle uscite.
Questo per poi effettuare escursioni adeguate, anche con pernottamento ai rifugi, per promuovere il contatto degli alunni con l’ambiente ed i numerosi beni paesaggistici, ed infondere in loro il piacere della camminata nel verde della natura, nei sentieri per boschi e vallate.
L’esperienza suggerisce di raggruppare le varie iniziative da proporre, elencarle in un prospetto illustrativo, distinguendo almeno tre diversi moduli o livelli, in relazione alla classe, preparazione e disponibilità dei soggetti interessati.
Nello scolaro delle prime classi l’egocentrismo innato del bambino deve gradualmente adattarsi al punto di vista degli altri, pur nella vocazione di inserirsi nel gruppo, poiché ogni bimbo tende a stare con i suoi coetanei, dimostra però all’inizio una certa incapacità ad attività comuni. Ogni gioco prevede delle regole, che tutti devono rispettare; quindi solo giocando imparerà a considerare i diritti degli altri ed a riscontrare la parità prima e la solidarietà dopo, all’interno del gruppo.
Ogni programma dedicato ai giovani deve essere ridotto, ridefinito appunto in funzione delle loro età e maturità. Nell’accompagnamento alcuni comportamenti devono essere modificati, esplicando una maggiore disponibilità, creatività, loquacità, attenzione e sorveglianza. I ragazzi nelle uscite in campagna sono trepidanti al desiderio di avventura, curiosità, fantasia, scoperta, divertimento e nuove esperienze.
L’accompagnatore, in questo caso particolare, per procedere in sicurezza dovrà con scrupolo attenersi alle regole previste:
- informarsi preventivamente su ogni particolare dell’itinerario;
- prepararsi con adeguatezza, anche mentalmente;
- equipaggiarsi convenientemente;
- comportarsi con rispetto ed attenzione; 5) adattarsi all’evolversi delle situazioni.
L’A.E.N., che avrà prima visionato il percorso, dovrà documentarsi ed avere inventiva per raccontare storie vere o leggende, conoscere la vegetazione, dare un nome ad ogni luogo, coinvolgere i ragazzi in un gioco di esplorazione e di memorizzazione. Quando si è riuniti per la sosta e seduti per riposare, si possono proporre, oltre a vari intrattenimenti, anche esercizi di “visualizzazione”, ovvero richiamare alla mente dei ragazzi ad occhi chiusi, immagini, luoghi od alberi, già visti in precedenza. Con ciò si attiva l’osservazione e l’attenzione e si esercita la memoria. Ricordare che l’attenzione consente di orientare le percezioni sensoriali attraverso il canale visivo, auditivo e tattile, valersi quindi di tutte queste possibilità offerte dalla natura.
L’imitazione ha una forte influenza, l’A.E.N. avrà quindi un abbigliamento “alla montanara” adeguato al caso; nell’occasione, anziché le racchette, sarebbe più opportuno munirsi un bel bastone decorato con fregi e stemmi alpini, da far portare anche a turno agli allievi più meritevoli.
L’A.E.N. dovrà tenere una comportamento equilibrato, sereno ed armonioso in modo da trasmettere un clima positivo e solidale, in modo da attivare il vero “spirito della montagna”. Dovrà porre frequenti domande al gruppo, cercando di promuovere curiosità ed interesse per il percorso, lodare chi risponde anche se in maniera non corretta, e chiarire i vari concetti.
Dovrà inoltre procedere con andatura moderata in relazione alla possibilità di ciascuno.
Sono state formulate, dallo psicologo Kurt Lewin, delle semplici norme di comportamento da tenere verso i giovani, che valgono in ogni occasione e che riportiamo di seguito:
- dare al ragazzo un piacevole senso di sicurezza e di entusiasmo;
- evitare il rimprovero, la minaccia, la paura e la punizione;
- insegnare l’indipendenza ed il senso di responsabilità;
- rimanere calmi e non adirarsi per le manifestazioni istintive del bambino;
- essere il più tollerante possibile per evitare conflitti;
- evitare di far pesare il naturale stato di inferiorità;
- non spingerlo mai oltre quello che gli è naturale per le sue possibilità;
- rispettarne i sentimenti, anche se non sono attinenti alle nostre norme;
- rispondere francamente alle domande, fornendo risposte adatte alla sua età;
- interessarsi a quello che il ragazzo fa e dimostra, anche se ritenuto non valido ne utile;
- affrontare la difficoltà del ragazzo senza sminuirlo e mortificarlo;
- favorire la crescita ed il progresso, piuttosto che la perfezione;
- dargli la sensazione di essere importante ed integrato nel gruppo;
- chiamare i ragazzi per nome, incentivando iniziative comuni;
- dispensare complimenti, gratificazioni ed elogiare i comportamenti positivi.
Il bambino impara con l’escursionismo a guardarsi attorno, ad essere fantasioso, creativo, sperimenta le sue capacità fisiche e cognitive, scopre sé stesso, entra in relazione con i suoi coetanei e sviluppa l’intera personalità. Uscendo dalla scuola e dalla città il ragazzo ha la possibilità di ritrovare tempo e spazio per scaricare, camminando nel verde, la propria istintività ed emotività, potrà dare libero sfogo alle proprie pulsioni, anche con il canto ed il gioco, in questo l’A.E.N. dovrà disporre di una certa iniziativa e complicità, senza svuotarsi del ruolo di guida.
Ogni ragazzino sente il bisogno non solo di comunicare ed avere rapporti con i compagni, ma anche di trovare un contatto con la natura, affrontando esperienze pratiche con le cose ed azioni che comportano nuove realtà stimolati, come: seguire la fila “indiana” sul sentiero, attraversare su un ponticello un torrente, od un facile guado, sentire gli odori ed i suoni del bosco, affrontare una salita, dissetarsi ad una sorgente, visitare una grotta, dormire in un rifugio, montare una tenda da campeggio, accendere (dove è possibile) un fuoco di bivacco e cantare alla sera attorno al falò, queste esperienze costituiscono fonti costruttive di autonomia, disciplina e socializzazione
Il gioco, come ogni gita, insegna probabilità e regole che vanno rispettate, sprona il bambino a misurarsi nelle proprie capacità e mettersi in lizza, a proporsi e perseverare. Il gioco è un processo attraverso il quale si diventa consapevoli del proprio mondo interiore e di quello esteriore, incominciando ad accettare le esigenze di queste due diverse realtà, sviluppando così una maturità intellettiva e relazionale.
L’A.E.N. deve conoscere molti giochi da praticare all’aria aperta. Utili in questo caso potrebbero anche essere gli esempi riportati nei volumetti “Le giovani Marmotte”.
Per una programmazione didattico educativa valida ed interessante si propongono alcune iniziative:
- esperienza escursionistica con camminate su sentieri di collina e montagna;
- promuovere attività manuali creative e di osservazione dell’ambiente rurale;
- educare al rispetto delle natura ed al comportamento consapevole e disciplinato;
- conoscere alcune specie di alberi ed arbusti, la fauna e flora locali;
- visitare luoghi storici, borghi antichi, laghi e bacini, santuari, parchi e giardini botanici.
- notizie di base sull’abbigliamento, l’alimentazione, la camminata, la sicurezza sui sentieri,
- respirazione, ecc. devono essere proposte con esempi significativi ed anche praticamente.
Naturalmente ogni proposta può essere sviluppata in una grande varietà di occasioni, durante la visita a fattorie, casali, masserie, agriturismo, mulini, cartiere, frantoi, ecc., Si potranno seguire le varie filiere del pane, dell’olio, del vino, della carta, del formaggio, delle castagne, in modo che ogni bambino abbia modo, ad esempio, di setacciare la farina, impastare ed infornare il pane.
Vi sono aziende agricole non solo disponibili, ma che propongono tali visite ed opportunità.
Molti ragazzini non hanno mai visto di persona un vitellino, un asinello, una capretta, od un coniglio, il contatto con questi animali è gratificante; vedere mungere una mucca o tosare le pecore è per molti sorprendente.
Il bosco offre possibilità di raccogliere bacche e foglie, per poi disegnarle, formando un erbario.
Per i più grandicelli l’orientamento con l’utilizzo delle bussola è un diversivo entusiasmante, per scoprire ad esempio un piccolo premio (il tesoro) nascosto nel cavo di un albero; seguire a distanza o con un percorso alternativo (dare la caccia) ad un gruppo che si nasconde o ha preceduto.
Nulla meglio di una escursione, che risulta fuori dal contesto quotidiano, riesce a rilevare la personalità e le capacità cognitive e caratteriali di un bambino. Ogni accompagnatore attento, come ogni insegnante, ne potrà rilevare il comportamento non corretto, alterato o immaturo. Tale scoperta dovrebbe essere finalizzata, una volta accertata clinicamente, ad un recupero od alla ricerca e di soluzioni adeguate prima del progredire in situazioni difficili.
Per altro l’esperienza conferma che ragazzi diversamente abili o poco dotati, dopo una sola stagione di esperienze escursionistiche settimanali, acquisiscono capacità sorprendenti di miglioramento intellettivo e fisico. Questo è un campo da scoprire e perseguire, potrebbe dare grandi risultati e soddisfazioni.
Infine nell’accompagnare i giovani si deve credere che questi sono il futuro delle nostra Federazione, se il nostro impegno sarà proficuo e stimolante, forse un giorno questi ragazzi saranno a loro volta degli Accompagnatori F.I.E.
Ogni Comitato F.I.E. dispone di opuscoli, con istruzioni e modalità di impiego, per la formazione degli A.E.N nello specifico settore scolastico e giovanile, inoltre distribuisce gratuitamente quaderni didattici, ad esempio con figure per conoscere alcuni alberi o gli animali del bosco e le loro tracce, ed inoltre materiale vario od illustrativo per poter svolgere divertenti attività agli allievi.
Rivolgersi quindi ai rispettivi Comitati di appartenenza.