Giornata Mondiale dell’Ambiente 2025: Inquinamento, la sfida del nostro secolo

Una giornata per riflettere sul nostro impatto

Il 5 giugno di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente (World Environment Day), istituita nel 1972 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in occasione della Conferenza di Stoccolma sull’Ambiente Umano. L’edizione 2025 ha come tema centrale l’inquinamento, un argomento di cruciale importanza che riguarda ogni angolo del pianeta e ogni aspetto della nostra vita quotidiana.

Questa giornata rappresenta un’occasione privilegiata per fare il punto su uno dei problemi ambientali più complessi e persistenti del nostro tempo. L’inquinamento non è solo un nemico della natura: è una minaccia concreta alla salute pubblica, all’equilibrio degli ecosistemi, alla qualità dell’aria che respiriamo, dell’acqua che beviamo, del suolo su cui coltiviamo.

La Federazione Italiana Escursionismo (FIE) aderisce con convinzione a questa ricorrenza, portando la voce di chi vive il territorio in modo diretto, camminando per sentieri, monti, valli e coste. Gli escursionisti conoscono il valore del silenzio dei boschi, la fragilità degli ambienti alpini, la bellezza incontaminata delle sorgenti. Proprio per questo, non possiamo restare indifferenti davanti alla diffusione di rifiuti, all’inquinamento da plastica, alla presenza di sostanze chimiche nei corsi d’acqua e nei terreni. Inoltre, proprio a questa ricorrenza è legata la scadenza del Bando Ambiente, che anche quest’anno la FIE ripropone alle Associazioni affiliate.

Inquinamento: una definizione articolata

Quando si parla di “inquinamento”, si rischia spesso di ridurre il concetto a immagini note e visivamente impattanti: spiagge sporche di plastica, cieli grigi di smog, fiumi che scorrono fangosi tra i rifiuti. Ma l’inquinamento è molto più di questo.

In senso ampio, l’inquinamento è l’introduzione nell’ambiente di agenti – chimici, fisici o biologici – che causano effetti negativi sugli ecosistemi e sulla salute degli esseri viventi. Questi agenti possono essere gas serra, metalli pesanti, microplastiche, pesticidi, scorie radioattive, rumore, luce artificiale e persino onde elettromagnetiche. L’inquinamento si manifesta ovunque: nell’aria che respiriamo, nelle falde acquifere, nei mari, nel suolo, nei cibi.

Esistono diverse tipologie di inquinamento, ciascuna con caratteristiche proprie e impatti specifici:

  • Inquinamento atmosferico
  • Inquinamento idrico
  • Inquinamento del suolo
  • Inquinamento da plastica
  • Inquinamento acustico e luminoso
  • Inquinamento termico
  • Inquinamento elettromagnetico

Nel 2025, in un mondo iper-industrializzato e globalizzato, l’inquinamento è diventato un nemico sfuggente, invisibile, eppure pervasivo. Un nemico che spesso non fa rumore, ma uccide.

L’inquinamento atmosferico: il killer silenzioso

Tra le forme di inquinamento più letali c’è senza dubbio quello dell’aria. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’inquinamento atmosferico è responsabile di oltre 7 milioni di morti premature ogni anno. I principali responsabili sono:

  • Polveri sottili (PM2.5 e PM10)
  • Biossido di azoto (NO₂)
  • Ozono troposferico
  • Monossido di carbonio
  • Composti organici volatili (COV)

Le fonti sono numerose: trasporti, industrie, riscaldamento domestico, allevamenti intensivi, incendi boschivi. In Italia, molte città superano regolarmente i limiti imposti dalla normativa europea. La Pianura Padana, ad esempio, è tra le aree più inquinate d’Europa a causa della sua conformazione geografica, delle condizioni meteorologiche stagnanti e della forte presenza industriale.

Gli effetti sulla salute sono devastanti: malattie respiratorie croniche, asma, tumori, malattie cardiovascolari, danni neurologici. E anche gli ecosistemi ne risentono: la pioggia acida danneggia le foreste, le sostanze tossiche alterano la composizione del suolo, gli insetti impollinatori ne escono decimati.

L’inquinamento da plastica: una catastrofe visibile

Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), ogni anno vengono riversati negli oceani oltre 11 milioni di tonnellate di plastica. Questo materiale, inventato per durare, è finito per diventare un simbolo della nostra incapacità di gestire i rifiuti.

Le plastiche inquinano spiagge, fiumi, laghi e perfino le montagne. Durante le escursioni, capita sempre più spesso di incontrare bottiglie abbandonate, imballaggi, sacchetti. Alcuni materiali plastici si degradano in microplastiche, particelle inferiori ai 5 mm, che entrano nella catena alimentare e sono state ritrovate anche nel corpo umano, nel sangue e nei polmoni.

La plastica uccide la fauna selvatica, soffoca i fondali marini, distrugge l’equilibrio biologico dei corsi d’acqua. Ma soprattutto, rappresenta un’emergenza globale di gestione dei rifiuti. Soluzioni come il riciclo non sono sufficienti: è necessario ridurre drasticamente la produzione e il consumo di plastica monouso, favorendo materiali alternativi e comportamenti più sostenibili.

L’inquinamento idrico: i nostri fiumi sotto assedio

L’acqua è un bene prezioso, ma troppo spesso maltrattato. L’inquinamento idrico compromette la qualità di fiumi, laghi, falde e mari. Le fonti principali sono:

  • Scarichi industriali non trattati
  • Agricoltura intensiva (nitrati, pesticidi)
  • Sversamenti urbani
  • Microplastiche e rifiuti solidi
  • Sostanze chimiche persistenti (PFAS)

In Italia, fiumi storici come il Po, il Tevere, l’Arno, ma anche corsi minori, sono sottoposti a forti pressioni. La biodiversità acquatica è in calo, molte specie di pesci sono scomparse o in pericolo, e la qualità dell’acqua peggiora ogni anno.

Per gli escursionisti, i torrenti e le sorgenti rappresentano simboli di vita e purezza. Vedere un fiume inquinato è come osservare un cuore che smette di battere.

L’inquinamento del suolo: un pericolo invisibile

Il suolo è una risorsa non rinnovabile. Ci vogliono centinaia di anni per formare pochi centimetri di humus fertile. Eppure, lo stiamo degradando a ritmi impressionanti. L’inquinamento del suolo deriva da:

  • Discariche abusive
  • Attività minerarie e industriali
  • Uso eccessivo di fitofarmaci e fertilizzanti
  • Depositi di metalli pesanti e composti tossici

Il suolo contaminato perde la capacità di filtrare l’acqua, sostenere la vegetazione e mantenere l’equilibrio microbiologico. È un danno spesso irreversibile, che comporta la perdita di produttività agricola, la diffusione di malattie, l’impoverimento dei paesaggi.

Escursionismo e inquinamento: un rapporto da gestire con responsabilità

Chi pratica l’escursionismo ha una relazione privilegiata con l’ambiente naturale. La montagna, la collina, i boschi, i parchi nazionali e le aree protette non sono soltanto luoghi da attraversare, ma ecosistemi viventi da rispettare e custodire. Tuttavia, anche l’escursionista, se non attento, può diventare una fonte di inquinamento.

Tra le forme di inquinamento legate all’attività outdoor possiamo annoverare:

  • L’abbandono di rifiuti lungo i sentieri
  • L’utilizzo di saponi e detergenti in torrenti o rifugi
  • L’accensione incontrollata di fuochi
  • L’inquinamento acustico causato da dispositivi elettronici
  • L’erosione del suolo dovuta al passaggio di troppi escursionisti

Ogni singola azione ha un impatto. Ecco perché la Federazione Italiana Escursionismo promuove con forza il concetto di turismo lento, sostenibile e responsabile. Chi cammina nei boschi deve lasciare solo impronte leggere e portare con sé ogni traccia del proprio passaggio.

Cosa possiamo fare: comportamenti individuali

La lotta contro l’inquinamento parte dai piccoli gesti quotidiani. Non occorrono leggi straordinarie, né rivoluzioni industriali per iniziare a fare la differenza. Ogni cittadino, ogni escursionista, ogni studente o lavoratore può dare il proprio contributo.

Ecco alcune buone pratiche da adottare:

  • Ridurre l’uso della plastica, soprattutto monouso
  • Portare con sé borracce e contenitori riutilizzabili
  • Non abbandonare mai rifiuti nei sentieri o nei boschi
  • Evitare l’utilizzo di saponi o detersivi in natura
  • Preferire mezzi di trasporto collettivi o a basso impatto
  • Non accendere fuochi dove non consentito
  • Rispettare i silenzi e i ritmi della natura
  • Partecipare a giornate di pulizia e volontariato ambientale
  • Informarsi, leggere, conoscere e divulgare

La consapevolezza è la base di ogni trasformazione. Un camminatore informato è anche un ambasciatore della sostenibilità.

Le responsabilità collettive: istituzioni, industria, comunità

Benché i comportamenti individuali siano fondamentali, è evidente che la questione dell’inquinamento richiede risposte collettive e strutturali. Le istituzioni devono adottare normative più severe e lungimiranti. Le aziende devono rivedere i propri processi produttivi e investire in economia circolare. Le comunità devono creare reti di protezione, educazione ambientale e cittadinanza attiva.

La FIE, nel suo piccolo, ha avviato numerosi progetti di sensibilizzazione, organizzato escursioni didattiche, collaborato con le scuole, promosso giornate di pulizia dei sentieri, aderito a campagne internazionali contro la plastica. Ma tutto questo può crescere solo grazie all’impegno condiviso.

Educare camminando: il ruolo della FIE

Camminare è un gesto semplice, ma rivoluzionario. Camminare ci riporta a una dimensione essenziale, ci rende più presenti, più attenti, più partecipi. Camminando impariamo a conoscere il paesaggio, a percepirne i mutamenti, a leggere i segni del degrado e della speranza.

La Federazione Italiana Escursionismo crede profondamente nella funzione educativa dell’escursionismo. Ecco perché sostiene attività rivolte ai giovani, progetti scolastici, percorsi tematici sulla biodiversità, corsi di formazione ambientale per accompagnatori e guide. La Giornata Mondiale dell’Ambiente è un momento perfetto per rilanciare questo impegno.

Dall’inquinamento alla rigenerazione

Inquinare è facile. Rigenerare è difficile, ma non impossibile. La natura ha una sorprendente capacità di resilienza: può guarire, se le diamo tempo e respiro. Per questo è fondamentale ridurre l’inquinamento alla fonte, bonificare le aree contaminate, proteggere gli ecosistemi più fragili, sostenere la ricerca scientifica e la transizione ecologica.

Il tema scelto per il 2025 – “L’inquinamento da plastica” – è una chiamata all’azione. Non possiamo più permetterci l’indifferenza. Serve un cambio di paradigma: da consumatori a custodi, da spettatori a protagonisti. E ogni escursionista, ogni amante della natura, può essere in prima linea in questa trasformazione.

Celebrare la Giornata Mondiale dell’Ambiente significa anche fare un passo avanti verso un mondo più pulito, più sano, più giusto. E per farlo, a volte, basta proprio un passo: il primo, su un sentiero, lontano dallo smog, vicino alla terra.

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